Immaginate di entrare in un qualsiasi negozio di prodotti tecnologici, tipo un AppleStore, Mediaworld, eccetera. Immaginate che, però, adesso sia cambiato tutto.
All’interno c’è un enorme salone, disseminato di bellissime poltrone distanti 3-4 metri l’una dall’altra. Ne scegliete una, selezionate la vostra musica preferita nella “doccia sonora” che sta sopra la poltrona e iniziate a scrivere sulla vostra Moleskine il prodotto che vorreste.
“Uhm.. Vediamo.. Mi serve un’iPad. E lo voglio in stile space age, ma con qualche venatura che mi ricordi l’A-team. Ho bisogno di un’app che mi avvisi quando i Fonzies a casa stanno iniziando a calare di peso e ne ordina subito un altro pacco. E un’app che mi avvisi quando Tornatore farà uscire un film decente. Ah ah.”
Non vi siete resi conto che state pensando a voce alta. Dalla poltrona affianco vi sorride un noto blogger italiano, Hypsteric: ha avuto tanto successo con il suo blog sarcastico sui programmi Mediaset, che Medianet (la branca web di Mediaset) gli ha fatto fare un programma sarcastico sui programmi Mediaset. Ma il suo programma non è mica pacchiano come gli altri. La musica è cool. L’ambiente è adorabilmente geek. A volte il citazionismo sale a livelli così alti che fa contatto con l’ineffabile sarcasmo e sono costretti a mandare la pubblicità.
Intanto di fronte a voi arriva il solito filippino (o è vietnamita? Chi lo sa!) con la solita triviale borsa degli attrezzi. Si siede nello spazio davanti a voi e tira fuori viti, pezzi di plastica, circuiti.
– Jerry, l’ultima volta vi siete dimenticati di mettermi l’app Creative Commons sul mio Kindle-Blogger edition. E l’incisione della frase di George Best scritta in Comic Sans? Che cazzo, state attenti. Su Facebook mi prendono tutti in giro.
– Scusare, padrone. Oggi più attento.
– Macché padrone, Jerry! Ormai, con Internet, c’è la democrazia. Siamo tutti uguali, tutti possiamo comunicare, anche protestare, hai visto quante rivoluzioni grazie a Twitter? Tu ce l’hai Twitter? Così divento tuo follower.
– No, scusare, non Twitter io.
– Non dirmi che hai solo Facebook? Mah.. Io su Facebook ho solo persone che conosco bene. Sai, non mi va questa cosa dei rapporti finti. Mi sembra che stia diventando una cosa malata. In fondo, se poi per strada neanche ci salutiamo, che senso ha essere amici su Facebook, no?
“Jerry” non vi sta ascoltando. E’ occupato a saldare una batteria al litio con un connettore. Urla. Si è ustionato la mano.
– Oh cazzo, Jerry! Aspetta, cerco su YouTube qualche video su come si cura un’ustione.
Ma è troppo tardi. Jerry viene portato via, al suo posto arriva.. Jerry 2?
– No, io non Jerry. Sono Huang.
Huang continua il lavoro di Jerry, dopo aver risposto allo stesso modo alle vostre raccomandazioni.
– Certo, no Comic Sans. Ok. Ci vorranno 12-14 ore per suo iPad. Scusa se molto tempo.
– Ma no, tranquillo.. Che problema c’è? Si sta così bene qui.
Per fortuna avete il vostro Smartphone. Decidete, in un impeto di sarcasmo, di pubblicare su facebook un commento da finto bimbominkia: “Sn all’AppleStore, ke noia xD”. Ricevete un sacco di like. Qualcuno vi linka una foto su 9gag.com. E così tra una vignetta e l’altra il tempo passa; finché non vi addormentate. Intanto Huang ha perso un occhio mentre smerigliava, senza maschera, il vetro dello schermino HD, ed è stato già sostituito da Marcos.
Al vostro risveglio, non c’è nemmeno Marcos; si è suicidato. Questo turba un po’ la vostra colazione, una tazza di caffè americano sul cui fondo potete leggere il FeedRss. Ma ormai manca poco. Ken, il nuovo operaio, ha quasi finito il vostro nuovo iPad personalizzato.
– Grazie, quanto ti devo?
– No, non a me. Deve andare alla cassa.
– Grazie Ken. Ti stimo, fratello!
Ma Ken non capisce l’ironia della frase pseudo-anni ’80. Prende la borsa e torna mestamente nei sotterranei.
Alla cassa vi chiedono solo 15 euro. Che meraviglia. Internet è libertà, democrazia, ed è praticamente gratis. Con il vostro iPad scrivete subito un post su WordPress, su come gli operai non usino Twitter perché evidentemente sono resi troppo ignoranti dal sistema. Si potrebbe fare un film su questo, anzi, una docu-fiction, con attori di sinistra però, tipo Scamarcio. E magari la colonna sonora di Ligabue, che anche lui è di sinistra e sa quanto è importante la cultura. Provate a twittare l’idea.
In pochi giorni il vostro attacco a Facebook è condiviso da tutto il mondo geek. Ne parlano anche i telegiornali, prima come una stranezza, poi sempre più seriamente. I politici si interessano, cominciano a smarcarsi dai loro profili Facebook. Viene instaurata per legge la par condicio dei social network, in modo che tutti abbiano la possibilità di utilizzarli secondo le loro capacità e i loro bisogni.
Siete al settimo cielo. Pensate, una persona come voi, con un semplice tweet, è riuscita a far cambiare il mondo. Siete fieri di voi e di questa democrazia occidentale, così evoluta. Altro che quei regimi orientali dove la gente non ha neanche il diritto di andare su Google. Che ingiustizia! Come è possibile vivere senza la libertà di internet? Siete talmente pieni di rabbia contro questi regimi, che adesso, con il vostro iPad nuovo, costruito in 14 ore di lavoro (pagate 15 euro materiali inclusi) da 4 operai diversi (un filippino, un cinese, un altro filippino e un nigeriano), sfrutterete tutta la vostra nuova consapevolezza di esaltante libertà occidentale per pubblicare il video della cerimonia di consegna del nobel a Liu Xiaobo. E chi se ne frega se questo mio click-attivismo sarà tacciato come troppo mainstream su Facebook. Ogni tanto bisogna anche sporcarsi le mani!
Siete degli eroi.
We shall overcome…
Finalmente. Non aggiungo altro…