Confusa teologia anarchista

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Chissà cosa pensava Emma quando diceva queste parole e cantava questa canzone. Mi lascia perplesso pensare che sia la stessa Emma che canta delle canzoni oggettivamente idiote, ma mi consolo pensando che forse è solo una forma raffinatissima di anarchismo nichilista.

Parto da qui però, per parlare di anarchia e religione. Premettendo che non sono un teologo né un raffinato studioso del pensiero anarchico. Anzi penso che, al di là dell’importanza dello studio e della ricerca, l’anarchismo non abbia bisogno di esegeti e interpreti. Un bambino che si chiede con quale diritto la maestra picchia il suo compagno di classe è anarchista tanto quanto Bakunin; perché l’anarchismo, questa concetto troppo piccolo per esprimere qualcosa di così immenso, non è tanto un’analisi economica, una teoria o una pratica politica. E’ una condizione mentale, qualcosa che resterà sempre insopprimibile, al di là della razionalità, della pace, del quieto vivere.

Uno degli assunti anarchici “classici” è quello secondo cui l’idea di un dio onnipotente ha preparato la strada al concetto di Stato assoluto e di padrone. Se così è, ci ha messo un bel po’ di secoli a partorire questi suoi figli maledetti. E di certo, chi crede in maniera semplicistica che Dio può tutto, e che magari il papa è davvero il suo vicario sulla terra e che dare a Cesare ciò che è di Cesare significa rispettare lo Stato e il padrone, sicuramente non sarà mai anarchista.. Al massimo è un coglione. Ma ci può essere, e c’è, chi odia talmente Cesare che gli dà tutto ciò che gli spetta, pur di non averci a che fare. Pur di non sprecare le energie per la battaglia vera, quella più importante, che non è contro i mezzucci statali, contro i piccoli padroncini di questo sporco mondo.. La battaglia vera, probabilmente immane e infinita, è quella contro il padrone, contro lo stato, contro il papa che sta dentro di te.. Simmer down, for the battle will be hotter! Anche perché la storia e il nostro presente dimostrano ampiamente come le “masse” trasformino inevitabilmente individui intelligenti in gruppi organizzati di idioti.. E ciò che è vero non si può sintetizzare. Non ci sono discorsi o piattaforme programmatiche. La parrhesia è un discorso senza fine, porta la spada, divide i padri dalle madri e i fratelli dai fratelli. La religione monoteista, pur mantenendo elementi di comunità e di facciata, sposta lo sguardo verso l’interno di ogni individuo: hai un’anima, cosa ne hai fatto? Vuoi essere fango, o vuoi essere luce? A te la scelta. Hai una sola vita per decidere.

Continuerà (credo)

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