Intervista all’associazione in#C di Borore

Un’altra splendida inchiesta, stavolta in forma di mail-intervista, di Phlebas il Fenicio su un’altra realtà eccezionale del nostro territorio.

Cosa faresti se ti invitassi ad un festival di musica giapponese d’avanguardia a Borore, in provincia di Nuoro?

Penso che per prima cosa mi prenderesti per pazzo o penseresti ad una burla, un comico accostamento di due realtà totalmente agli antipodi: il Giappone delle avanguardie tecniche e culturali e Borore, centro rurale della Sardegna e realtà legata al mondo agro pastorale.

Oppure.. sai già tutto di in#C, l’associazione culturale promotrice di una musica certamente “diversa” da quella che usualmente si ascolta e produce nel centro Sardegna.

Eccoci di nuovo a parlare di una delle molteplici realtà musicali che abitano lo sterminato mondo dello “scantinato” musicale della Sardegna.

Ed eccoci di nuovo a parlare di una associazione perlopiù sconosciuta a gli stessi giovani abitanti del suddetto pezzo di mondo (che scantinato sarebbe sennò?).

L’associazione culturale in #C, agisce oramai da più di dodici anni nel santuario dedicato a San Lussorio, a Borore, paese in provincia di Nuoro che conta circa 2.000 anime.

L’associazione conta una ventina circa di iscritti ma le persone veramente operative si contano sulle dita di una mano.

Nonostante il numero esiguo dei suoi iscritti e le incertezze economiche che hanno reso travagliata la sua sopravvivenza sul territorio, in #C ha proposto negli anni le iniziative culturali a mio parere più interessanti, e che spesso sono state anche testimonianze autentiche di altre culture, molto lontane da noi. (non diversamente dalla Trasponsonic, con la quale ha instaurato un legame di insolubile sorellanza)

Per sapere di più su questo interessante marchingegno socio-musicale ho inoltrato delle domande via mail ai soci fondatori, chiedendogli di creare insieme una lunga e dettagliata mail-intervista che pubblicherò qui di seguito.

Quindi, se volete proseguire questo viaggio nell’ipogeo musicale bororese, non preoccupatevi se proverete meraviglia e sgomento nello scoprire una delle tante perle che illuminano questo inusuale panorama sotterraneo, il quale si estende aldilà dello spazio e del tempo da Borore a Helsinki, passando, ovviamente anche per Tokyo…

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Innanzitutto vorrei avere un po di dati “anagrafici”, quando nasce l’associazione, da quanti e da quali fondatori e cosa significa esattamente il vostro nome.

<<L’Associazione Culturale “IN#C” di Borore, nasce intorno al 2000 da un idea di Walter e Stefania che rappresentano ancora oggi il nucleo principale attorno al quale ruota l’associazione ed ha progressivamente allargato il proprio numero di collaboratori. Siamo attualmente una ventina di persone, tra collaboratori fissi e occasionali, in gran parte originari di Borore.

Il nome dell’associazione, “IN C”, rappresenta una dedica alla grande composizione di Terry Riley e questo riferimento non è casuale, ci è piaciuta l’idea di rappresentare l’associazione con un immaginario movimento che parte da pochi e scarni elementi e porti via via ad allargarsi e ad incorporare nuove forme, elementi ed idee.>>

Paolo Angeli

Mi piacerebbe sapere com’è nata precisamente In #C e con quali progetti e speranze…

<<L’antefatto storico di IN#C è senz’altro “La casetta“, uno spazio pubblico concessoci gratuitamente dal Comune di Borore dal 1995 al 2000, che parte ufficialmente come sala prove per vari gruppi del paese e dei dintorni, ma che non tarderà a diventare un importante centro di aggregazione oltre che di produzione musicale, sede tra l’altro di corsi musicali e laboratori artistici.(Tra l’altro in questa “casetta” ha preso vita anche uno dei primi progetti della consorella macomerese Trasponsonic: gli ormai mitici “8 Afrodisiaci Fatti in Casa”.)

Si trattò di un importante esperimento di condivisione di idee e di passioni, una sorta di piccolo microcosmo che rifuggiva dalla routine e dai valori tipici di un paese del centro Sardegna.

Parallelamente, fondamentale è stata la fortunata circostanza di poter assistere da spettatori a parecchi festival e concerti in Italia ed in misura minore anche all’estero nei contesti più disparati (teatri, fondazioni, musei e centri sociali) e nei generi più diversi (in quel periodo perlopiù free jazz , musica contemporanea, e rock sperimentale) ha portato ad una progressiva acquisizione di una “nuova” sensibilità: un crescente interesse verso le dinamiche di coinvolgimento e di partecipazione che scaturivano in ambito”live” specialmente verso quelle musiche altre caratterizzate dall’improvvisazione.

Abbiamo iniziato a fantasticare sul tipo di reazioni che determinate musiche altre avrebbero prodotto su un pubblico poco avvezzo a quel tipo di sonorità come quello Bororese, sul tipo di confronto che si sarebbe innestato. Ecco, questa è stata forse banalmente la scommessa che ha fatto si che l’Associazione partisse, pura curiosità ed una certa dose di irriverenza. Via a via ha preso forma la utopia di IN#C: cercare di aprire una piccola ed ideale finestra spalancata sull’universo delle musiche di confine, proprio qui nel centro della Sardegna, nel paese in cui siamo nati, a Borore!

Chiaramente l’esigenza di organizzare è nata anche dalla consapevolezza della scarsità di un certo tipo di offerta culturale del centro Sardegna, abbiamo sempre creduto che una possibile rinascita dell’isola nasca prima di tutto in contesti spontanei di creazione e fruizione culturale, nasce dall’apertura, dallo scambio con culture estranee alla nostra, non dal ripiego sterile e arido nelle proprie tradizioni e nei propri simboli. La Sardegna ha un potenziale straordinario come luogo di cultura e fa riflettere a questo proposito il fatto che alcuni festival dell’isola, Sant’Anna Arresi ed Isole che Parlano, siano tra i più interessanti e suggestivi in Europa e forse al mondo.>>

Quali sono i vostri rapporti con la popolazione locale, con le istituzioni e con le varie realtà culturali gia esistenti nel territorio?

<<Un fattore importante da considerare è prima di tutto il fatto che la totalità dei componenti collettivo di IN#C non viva a Borore, siamo infatti sparsi tra Sardegna, Italia ed estero per ragioni di lavoro. Abbiamo comunque voluto preservare un rapporto particolare col nostro paese d’origine, cercare di contribuire a valorizzare la terra madre difendendo e preservando la possibilità di crearvi nuove forme di socialità e di riflesso nuove opportunità. Questa è la ragione che ci motiva più di ogni altra a continuare a sognare dietro il progetto culturale di IN#C, la creazione di una realtà che sappia essere nel contempo locale e globale, e possa “inondare” aree marginali di una spinta alla ricerca ed al rinnovamento creativo.

La nostra distanza fisica dal paese ha avuto e continua ad avere delle implicazioni di vario genere, non sempre positive. Da una parte ha posto dei limiti allo sviluppo di un radicamento, di una interazione e di una dialettica più intense con la comunità ed il territorio. A questo proposito è significativo il fatto che tutti i componenti dell’associazione abbiano in media più di 35 anni e purtroppo ci dispiace constatare che in quasi 12 anni di attività non si sia mai verificato né un ricambio generazionale all’interno dell’associazione né un benché minimo avvicinamento di giovani incuriositi ed aperti a forme di collaborazione con il nostro progetto. Spesso la sensazione è quella di essere poco amati se non addirittura boicottati dalla gente del nostro paese, che in realtà partecipa poco o nulla ai nostri eventi.

Questo scarso appeal è spesso per noi un motivo di riflessione sui notevoli cambiamenti occorsi nell’ultimo decennio nella mentalità e negli orientamenti in generale dei giovani del paese. Purtroppo stiamo notando nella comunità giovanile, se non una vera e propria regressione, un progressivo isterilimento nella vitalità creativa ed un generalizzato scomparire dell’esigenza di cercare nuove forme d’espressione per poter sfuggire dai limiti angusti della vita paesana e costruire possibili alternative ad una situazione socio-economia che è più che mai stagnante.

L’assenza fisica dell’associazione a Borore pone inoltre evidenti ostacoli ad una continuità progettuale degli eventi organizzati, diventa sempre più complicato coniugare impegni lavorativi, familiari e quant’altro per poter essere presenti, inoltre vi sono anche dei costi spesso notevoli che i soci sostengono per poter essere presenti, che nella maggior parte dei casi non possono essere neanche rimborsati.>>

Per voi è facile o meno tenere in attività un associazione come la vostra nel centro della Sardegna della Crisi, che non è solo economica ma anche e sopratutto Culturale?

<<La continuità delle nostre iniziative è minata anche dalla esiguità dei contributi ricevuti in comparazione con gli altissimi costi di realizzazione dei concerti, a tutt’oggi l’unico finanziatore delle nostre iniziative è il Comune di Borore, che ha dimostrato nel corso degli anni di aver creduto nel nostro progetto rinnovando la fiducia anno dopo anno. Siamo però giunti ora ad una impossibilità oggettiva di elaborazione di progetti più ambiziosi, di fare insomma il salto di qualità che avremmo sempre desiderato! Dispiace constatare che un progetto spontaneo, senza animo di lucro ( a questo proposito bisogna ricordare che non si è mai fatto pagare un biglietto d’ingresso!) e portato avanti senza “patroni” di alcun tipo, guardi al domani con una estrema incertezza.

E’ a nostro avviso come se vi fosse la complicità di una perenne latitanza delle istituzioni, regionali e provinciali in primis, impegnate a finanziare enti lirici ed agenzie di spettacolo, grandi festival estivi senza riconoscere il benché minimo appoggio e protezione alle piccole realtà come IN#C sparse nel territorio. Nel corso di tutta l’esperienza IN#C vi è stata inoltre una certa indifferenza ed uno snobismo da parte dei mass media sardi nel dare spazio alle nostre proposte, e la cosa è stata particolarmente problematica specie in tempi nei quali non vi era ancora traccia dei social network.>>

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Quali sono le musiche che fanno parte dell’offerta culturale ed artistica di In #C?

<<Le scelte artistiche di IN#C hanno spesso assecondato l’amore per i ritmi meno convenzionali, in questi 12 anni son passati da Borore forse tra i tre più grandi batteristi al mondo: l’americano Hamid Drake, instancabile animatore di una miriade di progetti in ambito free jazz, il giapponese Yoshida Tatsuya icona dell’avanguardia nipponica e di recente Charles Hayward figura simbolo della no wave inglese degli anni ’70 con i leggendari This Heat. >>

I Ruins

Per finire vorrei che mi parlasse un po del lato umano della faccenda, insomma vi chiedo di raccontare quello che ritenete sia stato un momento per voi importante nella storia della vostra associazione.

<<Senz’altro tra le circostanze che ancora oggi più ci inorgogliscono è l’aver ospitato nel novembre 2004 un mito vivente del contrabbasso come Henry Grimes, protagonista di una vicenda artistica stellare e di una personale oltremodo triste e toccante. Dopo aver suonato negli anni ’60 con artisti del calibro di Albert Ayler, Don Cherry, Ed Blackwell, Sonny Sharrock, nel 1970 scomparve improvvisamente dalle scene e fu creduto morto per più di 40 anni. Fu solo nel 2002 che un giornalista scoprì che in realtà viveva in condizioni di miseria e nascondendo la sua vera identità. In seguito è avvenuto un riscatto del Grimes uomo ed artista e ci inorgoglisce enormemente il fatto di esserne stati parte.

La nostra esperienza è importante principalmente a livello umano. Ci sentiamo spesso quasi degli ambasciatori dell’ospitalità sarda, visto che in buona parte dei casi gli artisti ospiti non erano mai stati nell’isola e non la conoscevano. Abbiamo sempre cercato di trasmettere ai nostri ospiti una idea della cultura da cui proveniamo, e questo è stato un modo per conoscere meglio noi stessi e definire meglio la nostra propria cultura di origine, ed aiutarci a capirne pregi ed i limiti.

E’ successo per esempio nel 2003 di passare 3 giorni di fila a zonzo tra menhir, nuraghi, betili e pozzi sacri con 3 stravaganti giapponesi (Makoto Kawabata e Atsushi Tsuyama degli Acid Mothers Temple e Yoshida Tatsuya dei Ruins) e intravedere la loro meraviglia dalle loro facce cosi sorprese ed estasiate o il loro stupore nel vedere i cartelli stradali sistematicamente impallinati nelle strade del nuorese. Spesso la fatica e lo stress di organizzare è stata bilanciata da momenti di puro divertimento, come quando dopo la cena di benvenuto si è finiti a parlare di tutto, in un guazzabuglio di lingue improbabili tra i fumi dell’alcool, in un bar di Macomer con Hamid Drake e Jameel Moondoc fino all’alba…tra mirti e acquavite!!!

L’associazione spesso ci ha anche permesso di stringere solidi legami di amicizia con artisti del panorama sardo, è questo il caso di Paolo Angeli, che fu il prima artista ad inaugurare gli eventi di IN#C nel 2001 e che è tornato a suonare da noi nel 2003, presentando per l’occasione in anteprima assoluta la sua nuova chitarra e più di recente nel 2011.>>

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Infine una lista delle personalità che grazie ad in#C hanno suonato, negli anni a San Lussorio.

Paolo Angeli, Zu, Giuseppe Orrù & Renzo Zucca, Ruins, Acid Mothers Temple, Zubi Zuba X, Akaten, Zoffy, Henry Grymes Quartet, Mauro Palmas&Gavino Murgia, Luigi Lai, Tim Berne, Big Satan Trio, Vincenzo Vasi, Lullo Mosso, Riccardo Pittau, Massimo Volume, Andrea Pisu, Stefano Pilia, M.S. Miroslaw, Antonov, GianMaria Testa, Stefano Giaccone, Charles Hayward, Paolo&Nanni Angeli, Circle, Pharaoh Overlord.

Ovviamente ognuno di questi nomi è anche un portale, in cui la musica viaggia liberamente, senza bisogno di dita per percuotere o di aria per risuonare, nel panorama musicale sotterraneo mondiale!

Ringrazio gli amici di In#C per avermi concesso questa bella intervista e colgo l’occasione di ricambiare invitandovi a partecipare all evento previsto per il 3 Novembre, sempre presso il santuario di S.Lussorio a Borore: Alexander Tucker e i Grumbling Furs

Non potete continuare a mancare!!

Per maggiori informazioni visitate il sito dell’associazione: http://www.incmusica.it/

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