Frigoriferi ve ne abbisognano?

I dati delle primarie di ieri – 51 mila votanti, perfino meno delle 55 mila firme raccolte dai 5 candidati, e corrispondenti al 3,4 per cento degli elettori sardi – dimostrano chiaramente che la politica, senza l’acteur dramatique, diventa come la proverbiale vendita di frigoriferi agli eschimesi.

Non parlo di campanello d’allarme per il centro-sinistra, come letto in altre sedi. Quello che vedo io è tutt’altro che un allarme, è una semplice conferma di quanto visto da sempre nelle democrazie parlamentari: il bisogno estremo di una questione o di un personaggio intorno al quale creare interesse, aspettative e contrapposizioni. Il voto funziona, nel senso che è partecipato, quando gli elettori – questi benedetti agnelli, me compreso quando voto – sono portati a schierarsi contro o a favore di qualcosa, meglio ancora se qualcuno. Ovviamente, senza contare le clientele politiche, che sono tutto un altro discorso e che, in realtà, non sono che la massima espressione della democrazia tout court, ovvero il voto per interesse.

Così è negli Stati Uniti, dove a Bush che agitava il voto contro il nemico fondamentalista e democratico si è sostituito Obama e la sua contrapposizione al cialtronismo pericoloso del partito repubblicano. Così è sempre stato in Italia, dove chi non era comunista votava contro i comunisti e chi era comunista votava contro i democristiani e il malaffare.

Togliete l’epica dell’armageddon, metteteci persone normali e perfino qualificate come i 5 candidati delle primarie di ieri, e otterrete una gran noia: con Barracciu scontata vincitrice, Ganau a fare da sparring partner, Deriu come Cavour ai tempi della guerra in Crimea, Murgia outsider troppo galantuomo e intellettuale per creare il pathos necessario e, infine, Atzeni a fare photobombing, era difficile aspettarsi l’entusiasmo delle masse per un percorso sempre più scontato, come sempre più prevedibile è la vita politica in generale.

Prevedibile è che, chiunque governi a qualunque livello, ci saranno sempre le proteste dei sindacati per il lavoro e lo sviluppo e le tonanti richieste di finanziare la cassa integrazione, che ogni anno sembra che non ci saranno e ogni anno puntualmente arriva, anche in deroga, previo versamento di sudore in piazza, prevedibili i tagli che chiunque fa su qualunque cosa, prevedibili sono le crisi nelle coalizioni nonostante i premi di maggioranza, prevedibile è che l’opposizione dirà che la maggioranza sta lavorando male e prevedibile è la maggioranza che dirà che va tutto bene, finché qualcuno non si staccherà per dire che va tutto male ed accasarsi all’opposizione che vincerà le prossime elezioni.

Personaggi sbiaditi e intrecci banali per trame che decollano sempre meno.

Si dirà, anzi si dice, che il flop è dovuto alla mancanza di buona parte della coalizione, il che dovrebbe significare che, per ora, il centro-sinistra può contare solo sul 3,4 per cento dei voti: o il resto della coalizione porta almeno altri quattrocentomila voti oppure ciccia. E’ vero, comunque, che la mancanza della sinistra in queste consultazioni si fa sentire, perché è essenziale per la trama. Trova sempre un escamotage per rendere il canovaccio più brillante, tira fuori il nuovo personaggio, sbertuccia l’avversario, porta quelli de sinistra a votare perché “stavolta sì che cambierà”, porta quelli de sinistra (ma un po’ meno) a votare (a malincuore, ma in massa) per il candidato moderato vincente, perché “il massimalismo dell’estrema sinistra farà vincere Berlusconi, ma in coalizione devono esserci (perché altrimenti non siamo de sinistra), però bisogna che ci sia anche il centro, se no vince Berlusconi, quindi vado a votare alle primarie, altrimenti vince Berlusconi”, e infine, ci sono quelli che non sono per niente de sinistra, che votano il candidato che non è per niente de sinistra perché sono troppo borghesi per apprezzare una ancorché sbiadita sinistra, ma troppo per bene per votare Berlusconi. La sinistra è fondamentale, pensate che noia sarebbe vedere Beep Beep che corre come un deficiente senza Wile E. Coyote che cerca di schidonarlo.

Perché il centro-destra non fa quasi mai le primarie? Perché loro l’acteur dramatique ce l’hanno in casa. “Colui che tutto move” è sempre Abberluscone, intorno alle opinioni su di lui si è costruita la cosiddetta Seconda Repubblica e, quando morirà, perché prima o poi accadrà, sarà un bel problema per tutti. Perché è evidente che la politica, questa politica, non serve a niente, che la legge reale la fa il capitale e che il ruolo dei partiti è quello di creare abbastanza mobilitazione politica per giustificare uno stato di cose deciso in altre stanze.

Così è sempre stato, ma oggi, senza le grandi ideologie, con le coalizioni più importanti a proporre programmi sostanzialmente uguali – e sempre in buona parte disattesi, ché la contingenza regna sovrana – e i partiti anti-sistema occupati ad acchiappare farfalle e posti nelle assemblee per pagarsi l’affitto delle sedi, restiamo in attesa del “più peggio” che ci faccia battere forte forte il cuore.

4 comments

  1. Mah, che dire? Il declino morale e cognitivo della sinistra italiana non comincia oggi, è un processo che va avanti da decenni a colpi di compromessi più o meno storici, come una serie di ictus che portano a una progressiva demenza.
    Ci sono speranze? Secondo me no. Come diceva quello (http://www.youtube.com/watch?v=h6peLCTcqd0) la speranza è “una cosa infame”, “una trappola inventata dai padroni”.
    Che fare?

  2. Si, per anni siamo rimasti affascinati a guardare lo stesso film. Oggi però alle settima, ottava, nona replica non ci divertiamo più; conosciamo ormai ogni gesto, ogni battuta, ogni appassionato appello alla resistenza. Vi prego cambiate pellicola o la democrazia morirà di noia …