Trasponsonic, ultima parte

Trasponsonic,

l’entusiasmo della critica.

Contando una dozzina circa di entità musicanti, dalle più variate abitudini sonore/musicali, agenti singolarmente o in gruppo, la Trasponsonic vanta ad oggi una cinquantina di pubblicazioni sonore, un vasto ed eterogeneo catalogo al cui interno come vedremo, convivono opere di varia natura.

A partire dalle opere del Santulussurgese Andrej Porcu, osannato dalla critica per la sua musica concreta fatta di rumori quotidiani, fino ad arrivare alle sibilline strutture elettroniche di 1997ev (il quale ha avuto discreto successo in Germania e nei paesi nordici pubblicando anche con diverse etichette) la Trasponsonic può vantare nel suo catalogo tutta una serie di opere riconosciute per la loro qualità ed innovazione da una vasta fetta della critica musicale specializzata.

Numerose ore di trasmissione sono state dedicate a questa casa di produzione da parte di radio locali e nazionali, come radio Roma Città Aperta ed altre emittenti locali e nazionali, inoltre numerose pubblicazioni sono apparse in diverse riviste cartacee ed on-line.

Ma il vero riconoscimento per questo gruppo di musicisti è arrivato con le puntate a loro dedicate dalla trasmissione radiofonica Battiti (RAI,Radio 3) che nel 2009 ha dedicato diverse ore di ascolto e critica alla scena musicale della Trasponsonic, definendola tra le più interessanti ed innovative del panorama indipendente italiano e non solo.

Ovviamente, agendo in questa maniera, la critica musicale, si innesta nel meccanismo di produzione in qualità di diffusore, donando all’etichetta un impensata visibilità, ed ampliando così il bacino di possibili ascoltatori.

Un altro intervento critico di cui la casa macomerese va fiera è quello postato sul suo sito dal leggendario musicista e critico musicale Julian Cope, il cui giudizio entusiasta sul collettivo HBOL ha aperto alla Trasponsonic nuovi scenari di approvazione internazionale.

I progetti che negli anni sono stati forgiati da questa casa discografica, di vario livello qualitativo e innovativo, vengono considerati dalla “comunità Trasponsonica” una sorta di diario della ricerca musicale, segnando ognuno una tappa del processo evolutivo dei singoli individui e per estensione dell intera etichetta.

Tra le tante pubblicazioni del collettivo-etichetta segnalo quelle che sono state oggetto privilegiato della critica:

Okimisaka Mutacion-Berbekes

Un ironico lavoro a metà tra il free-jazz ed il documentarismo sociale: assoli di batteria e basso elettrico sullo sfondo di registrazioni audio di testimonianze del mondo agro-pastorale (cit. la traccia “In Bidda sa tuva finit onzi orta in briga”). Una delle mie produzioni trasponsoniche preferite!

Hameloh

Psichedelia in stile post-rock, un attitudine alla compostezza ed impostura ritmica, una fabbrica di drones alienanti e inquietanti, ma anche di rarefatte sonorità da horror-movie.

http://www.myspace.com/hameloh

India von Halkein- Mnetha

Un opera di musica elettronica, dai connotati geometrici e strutturati che contiene svariate peregrinazioni vocali richiamanti la circolarità dei mantra.

Andrej Porku-Diturbi concreti nel disordine dei sogni

Un viaggio sonoro senza confini, confezionato da Andrej sotto forma di un bestiario acustico, una collezione di campionamenti dalle provenienze piu disparate, aggregati in architetture semplici e mai banali. Una delle pagine più liriche e sognanti della Trasponsonic.

http://www.myspace.com/andrejporku

Ersilio Campostorto-Last song Herbarium

Improvvisazione radicale, con diversi strumenti (chitarre, bassi, sax e chi ne ha più ne metta), un magma ribollente di suoni che si inseguono, un flusso di frenesia acustica ben dosata. Campostorto ama definire la sua musica ”Puro ludismo sonoro”.

http://www.myspace.com/campostorto

1997eV-Dead.Ends.Sinful

Un viaggio verso l’estremo zenit della galassia psichedelica. Confuso e stordente come un allucinazione da carenza di ossigeno. Un abbagliante cometa che non può passare inosservata nel fecondo cielo della Trasponsonic.

http://www.youtube.com/watch?v=6sxgAbie_wo&feature=player_embedded

Maqom -Tam-el

Opera collettiva che crea strutture sonore post-apocalittiche in un panorama imbevuto di sacralità primitiva. Condensato del lavoro di diversi artisti professanti, in questo progetto, il principio di “Analfabetismo musicale”.

Hermetic Brotherhood Of Luxor- Etnographies

E’ l’opera del collettivo che ha avuto più risonanza (anche grazie all’interessamento di Julian Cope), basata sul principio dell’auto-antropologia sonora, si presenta come un lavoro eterogeneo che parte dalla noise-music fino ad arrivare a brani orecchiabili e di ispirazione altamente psichedelica.

http://www.youtube.com/watch?v=QSAm6PRB8Qk&feature=relmfu

Per il catalogo completo vi invito a visitare il sito www.trasponsonic.net

Per concludere, mi piacerebbe ricordare come questo complicato meccanismo di connessione tra macchinari sociali e musicali, rispondente al nome di Trasponsonic, sia lungi dall’essere dichiarato compiuto o terminato; essendo nato poco più di una decina di anni or sono, ha man mano assorbito tutti i nuovi ritrovati tecnici e culturali, dal masterizzatore al social-network, e creato un enorme e sotterraneo universo di creazione e scambio artistico, che non può passare certo inosservato nel deserto assolato della nostra isola.

Il quale però, ahimè sembra, almeno fino ad ora, restare ai margini dell’interesse del mondo cosiddetto accademico della cultura storico-musicale e, ovviamente anche dal miope sguardo delle istituzioni comunali e territoriali.

Spero, con il mio piccolo lavoro, di aver chiarito almeno in parte, come agiscano i vari meccanismi che una volta montati insieme danno vita al complicato fenomeno della discografia indipendente.

Ci tengo infine, a ringraziare per la loro disponibilità, i ragazzi della Trasponsonic, che con il loro impegno e la loro devozione si sono messi a disposizione della mia indagine e mi hanno trasmesso il messaggio che reputo il più importante, per l’alto valore esemplare: non importa quanto si possa apparire folli o inadatti al contesto, è urgenza quantomai primaria per le nuove generazioni il “darsi da fare” per rendere il posto dove ognuno di noi vive adatto alle proprie aspettative.

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