People have the power?

1 – L’ambivalenza degli strumenti di comunicazione di massa

Da sempre, l’invenzione di tecniche che rendono la comunicazione più veloce ed economica è sempre stata salutata come un passo fondamentale del progresso dell’umanità. E ciò è innegabile, a meno di volersi addentrare in discussioni sul vero significato del progresso, cosa che non ci compete adesso. La stampa, la radio, la televisione e internet sono state obiettivamente delle vere rivoluzioni, che hanno cambiato radicalmente la vita degli esseri umani in maniera più o meno
rapida ed universale. Non sempre però, gli effetti di questi cambiamenti possono definirsi pacificamente positivi. Se è vero hanno avuto un ruolo indubitabile nel diffondere la cultura e renderne accessibile la creazione e diffusione anche alle “masse”, è anche vero che hanno giocato una parte importante nell’omologazione delle stesse, in particolare la televisione, e non si può scordarne l’utilizzo massiccio da parte dei regimi non democratici a scopi propagandistici.

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Il dono della sintesi

Esprimere un concetto in poche parole. Petit morceaux. Wordbites. Linguaggio matematico, universale.

E’ facile e anche legittimo confondere la semplicità con la sintesi. Ma c’è una grossa differenza. La sintesi non è semplice, è solo vendibile. E’ più facile far passare un messaggio “semplice” (leggi “sintetico”) dove c’è (per usare un’immagine molto comune) un “negretto che piange e ha fame”; molto meno sintetico è descrivere e comprendere la realtà dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

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Il Piave mormorò: non passa la Fornero! (?)

Non esiste alcuna “battaglia” sull’articolo 18. O davvero ci vogliamo convincere che in un paese come l’Italia, oligarchico, politicamente chiuso e statico, esistano davvero spazi per trattative, prove di forza, accordi che non siano già scritti in precedenza e sui quali si ciancia per settimane a puro beneficio mediatico e di consenso?

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«Quel che qui assume per gli uomini la forma fantasmagorica di un rapporto fra cose è soltanto il rapporto sociale determinato fra gli uomini stessi.» (K. Marx)

Immaginate di entrare in un qualsiasi negozio di prodotti tecnologici, tipo un AppleStore, Mediaworld, eccetera. Immaginate che, però, adesso sia cambiato tutto.

All’interno c’è un enorme salone, disseminato di bellissime poltrone distanti 3-4 metri l’una dall’altra. Ne scegliete una, selezionate la vostra musica preferita nella “doccia sonora” che sta sopra la poltrona e iniziate a scrivere sulla vostra Moleskine il prodotto che vorreste.

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