What we do is secret – Libertà, partecipazione e parresia

Parresia: attività verbale nella quale il parlante esprime la sua personale relazione con la verità, e rischia la sua vita perché considera il dire-la-verità come un dovere per migliorare o aiutare gli altri e sé stesso. Nella parresia, il parlante usa la sua libertà e sceglie la franchezza invece della persuasione, la verità invece della falsità o del silenzio, il rischio della morte rispetto alla vita e alla sicurezza, la critica invece dell’adulazione, e un dovere morale che contrasta l’interesse personale e l’apatia morale. (M. Foucault)

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Trasponsonic, seconda parte

Trasponsonic , parte due.

L’esperienza sonora.

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Inserita in un contesto culturalmente e industrialmente degradato come lo è in particolare quello della città di Macomer (nella cui oscurità lottano poche ed eroiche associazioni culturali), questa casa discografica può vantare tra le iniziative culturali più all’avanguardia e al contempo più resistenti sul territorio, dispensatrici di esperienze ed approcci artistici e musicali impensabili altrimenti in un tessuto culturale, il nostro, ormai marcescente.

E sopratutto facendosi portavoce di valori umani e sociali nuovi (ma in realtà antichissimi) in una società che sembra aver perso oggi, la voglia di cambiamento endogeno e di crescita culturale indipendente dai percorsi segnalati dalle istituzioni.

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Trasponsonic – prima parte

Con questo articolo continua la felice collaborazione con Phlebas Il Fenicio, uno dei (tanti) geniali macomeresi che popolano il sottobosco di questa città. Dico tanti, e non voglio essere offensivo, ma bensì sottolineare come a Macomer non manchino le intelligenze, le capacità, le conoscenze, le eccellenze di cui la Trasponsonic è brillante esempio. E pensando a ciò, al di là della triste e bassa “lotta” politica a base di critiche strumentali, cose che non ci interessa minimamente, sconcerta e fa strano pensare che di tutta questa materia pesante e pensante, risorsa per costruire un futuro che potrebbe essere più immaginifico e meno nanotecnologico, non si veda traccia nei progetti e nei programmi della città.

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Alas!, poor Yorick.. Sviluppo e decadenza nel Marghine Industriale

 

L’Alas ossia Anonima Laneria Sarda, nata intorno agli anni 30 del ‘900 si sviluppa principalmente grazie alle commesse relative alle forniture militari per conto del ministero della guerra, e raggiunge la sua massima capacità lavorativa intorno agli anni a cavallo tra il 35-40 dando lavoro ad oltre 600 persone in questo periodo.

In questi anni la ditta riesce a procurarsi commissioni per lavare e trattare lana sarda in quantità che arrivano ai 600.000 kg/annui, infatti la politica autarchica attuata dal regime fascista e le comande di guerra riescono a fare dell’ALAS uno dei più importanti centri di industria tessile a livello nazionale e sicuramente il maggiore in Sardegna.

La storia di questo complesso industriale, durata quasi 50 anni, è una vera e propria epopea post-moderna , durante la quale molti fatti importantissimi e poco noti si sono consumati, proprio nella nostra anonima cittadina.

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I pupi italiani

L’Italia è un capolavoro. Un’eccellenza nel campo delle tecniche di dominazione e strategia del consenso. A differenza di altri Paesi, dove le persone scendono in piazza spesso con obiettivi e piattaforme programmatiche forti, il nostro Paese conserva un elemento straordinario che è la maggior garanzia per la preservazione dello status quo: la speranza.

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Confusa teologia anarchista

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Chissà cosa pensava Emma quando diceva queste parole e cantava questa canzone. Mi lascia perplesso pensare che sia la stessa Emma che canta delle canzoni oggettivamente idiote, ma mi consolo pensando che forse è solo una forma raffinatissima di anarchismo nichilista.

Parto da qui però, per parlare di anarchia e religione. Premettendo che non sono un teologo né un raffinato studioso del pensiero anarchico. Anzi penso che, al di là dell’importanza dello studio e della ricerca, l’anarchismo non abbia bisogno di esegeti e interpreti. Un bambino che si chiede con quale diritto la maestra picchia il suo compagno di classe è anarchista tanto quanto Bakunin; perché l’anarchismo, questa concetto troppo piccolo per esprimere qualcosa di così immenso, non è tanto un’analisi economica, una teoria o una pratica politica. E’ una condizione mentale, qualcosa che resterà sempre insopprimibile, al di là della razionalità, della pace, del quieto vivere.

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Free speech to the dumb

Osservazione empirica: individui anche intelligenti riuniti in grandi gruppi si sintetizzano in una massa di coglioni. Senza scomodare Elias Canetti, ve ne potete accorgere praticamente tutti i giorni.

A dimostrazione di ciò, ecco un pratico esempio preso da una delle tante pagine di facebook, che mischiano umorismo grossolano e “satira” “politica” (sentite già gli pseudo che fischiano intorno alle vostre orecchie?).

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Beppe Grillo sì, a me mi fa morire, con tutte quelle, tutte quelle bollicine..

“Che palle, anche Paolo Stella adesso si mette a parlare di Beppe Grillo.. Due coglioni.. A noi piacciono le tette e i culi! Perché non parli di tette e culi?”
Mi dispiace per i miei venticinque lettori, ma forte è in me la consapevolezza che, per godere appieno in futuro di tette e culi (e di qualunque altra parte del corpo maschile o femminile che vi sia gradita), è necessario lottare oggi contro il potere e le sue varie forme, mistificazioni ed epifanie.

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It’s hard – Stefano Tassinari, 1955 – 2012

Ascolto Quelli come noi di Claudio Lolli, leggendo il testo come spesso faccio, e a lato della pagina, le facce dementi e squallide di persone che hanno cliccato “mi piace” su “angolotestileonardo” magari solo per sapere cosa dicono ligabue e tacabrò nelle loro canzonette del cazzo.

Non li sopporto. Quasi mai. Tantomeno oggi che, se sto ascoltando Lolli, è per vie traverse iniziate leggendo “L’amore degli insorti” di Stefano Tassinari, che era un grande scrittore, un compagno, un amico di tanti anche a Macomer. Lo ricordo con il suo sguardo leggero e intelligente, ricordo il suo sorriso illuminare tante situazioni, penso a tante discussioni sui suoi libri (che io, da bravo coglione qual sono, non ho mai letto seriamente).

E ora me lo vado a leggere, “L’amore degli insorti”, con i Clash in sottofondo.

Solipsismo.

Ciao Stefano.

Dansons la Carmagnole..

Hollande ha vinto.. Fateci un urlo: “EEEEEH!”. Che gioia.

Io non ero molto adulto, ma mi ricordo quel periodo in cui c’era Prodi al governo in Italia, Jospin in Francia, Blair in Inghilterra, Schroeder in Germania e Clinton in America. Tutti di sinistra. Tutti degli scribi e farisei ipocriti che non solo non hanno cambiato il mondo, ma hanno posto le basi per la situazione in cui siamo adesso. Per cui risparmiatevi i pensieri che “Hollande ha detto che tasserà i ricchi!” oppure “Hollande guarisce la scrofola con la sola imposizione delle mani!”. Non è così. Ripetetelo, per piacere, cento volte al giorno davanti allo specchio: “Se le elezioni italiane non miglioreranno la mia vita, figuriamoci quelle di un paese straniero!”. Fatelo per la vostra dignità, io sono a posto, grazie. Non sono nemmeno andato a votare per il referend.. Ops! Non dovevo dirlo.

Buona giornata e buona settimana.

Dansons la Carmagnole, vive le son, vive le son

Dansons la Carmagnole, vive le son du canon..